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18 Marzo 2021

Drssa Afrodita Alexe

Cos’è la vitamina D?

Con il nome di ‘’vitamina D’’si intende un gruppo di molecole liposolubili ad azione pro-ormone, di tipo secosteroidi (ovvero in cui struttura uno degli anelli steroidei è aperto); se ne conoscono 5 forme diverse, delle quali 2 sono di estrema importanza per l’uomo: il colecalciferolo – la vitamina D3; e l’ergocalciferolo – la vitamina D2.

Queste 2 forme hanno attività biologica molto simile ma la vitamina D3 (colecalciferolo) è la forma più attiva, deriva dagli alimenti di origine animale e dalla sintesi endogena nella pelle a partire da un suo precursore sotto l’azione della luce diretta; mentre la vitamina D2 deriva da fonti alimentari vegetali e non è sintetizzata nella pelle.

La scoperta della vitamina D avviene negli anni ’20-‘30 con le ricerche sulle malattie dell’apparato osteo-articolare e in particolare sul rachitismo nei bambini: si definisce il composto liposolubile con azione metabolica importantissima per l’uomo, evidenziandone anche la via di sintesi nella pelle sotto l’esposizione alla luce solare o raggi ultravioletti.

La vitamina D: assorbimento e veicolazione nel corpo umano; la sintesi endogena

Il composto - vitamina D introdotto con gli alimenti viene assorbito nell’intestino, in modo analogo alle altre vitamine liposolubili: inglobato nelle micelle (formatesi dall’incontro tra i lipidi idrolizzati e gli acidi biliari) è trasportato nelle cellule epiteliali intestinali e trasferito ai chilomicroni, con i quali passa nella circolazione linfatica.

Arrivato nel circuito sanguigno generale, il calciferolo si lega ad una proteina specifica (la Vitamin D Binding Protein – DBF) ed è inviato al fegato e reni dove subisce reazioni di idrossilazione trasformandosi in metaboliti di cui il 1,25-diidrossi-calciferolo (ovvero il calcitriolo) è la forma metabolicamente più attiva.

Diversamente dalle altre vitamine liposolubili, la vitamina D non è immagazzinata nel fegato ma nel muscolo (sotto forma di 25-idrossicalciferolo) e nel tessuto adiposo (sotto forma di vitamina D3, colecalciferolo).

Il colecalciferolo – la vitamina D3 – è sintetizzato anche a livello della cute: la sintesi parte dal colesterolo presente negli strati basali dell’epidermide, sotto l’azione dei raggi ultravioletti della luce solare;

colesterolo--->7-deidrocolesterolo--->pre-D3--->D3

ed è fortemente influenzata dall’entità dell’esposizione alla luce (stagione, superficie cutanea esposta, fattori intrinseci della persona – età, sesso e razza).

La tossicità della vitamina D si manifesta di solito solo quando c'è maggior introduzione integrativa (megadosi o megavitamine, per lungo tempo); e rispecchia la ipercalcemia (dato che si verifica un maggior assorbimento di calcio nell'intestino e maggior riassorbimento dello stesso nella materia ossea). Sono state segnalate reazioni avverse nell'adulto , per dosi di 1250µg (50.000UI) al giorno per mesi di assunzione continua: mancanza di appetito, nausea e vomito, debolezza e nervosismo, disturbi renali (poliuria, polidipsia, ipercalcificazioni renali, insufficienza renale). I danni da ipercalcemia sono reversibili se trattati precocemente (interruzione dell'assunzione di vitamina D, riduzione dei livelli plasmatici di calcio con reidratazione massiccia ed eventuale terapia farmacologica con bifosfonati e corticosteroidi).

Il calcitriolo (‘’l’ormone delle ossa’’) e la sua attività biologica

L’1,25-diidrossicalciferolo – il calcitriolo – è la forma più attiva metabolicamente della vitamina D nel corpo umano; sintetizzato nel rene, viene veicolato in tutto il corpo e agisce come un vero e proprio ormone (legandosi al recettore della vitamina D, il VDR, molecola che appartiene alla super-famiglia dei recettori degli ormoni tiroidei/steroidei e rappresentata come tale in quasi tutti gli organi del corpo umano); con importantissime funzioni fisiologiche:

  • -metabolismo del calcio e fosforo: nell’intestino, nel rene e nell’osso
    • assorbimento del calcio e fosforo a livello intestinale
    • stimolo dell’attività degli osteoclasti per riassorbimento del calcio a livello dell’osso
    • stimolo del riassorbimento del fosforo a livello renale
    • azione congiunta con il paratormone e la calcitonina per il mantenimento dell’omeostasi fosfocalcica (ovvero garantire l’equilibrio dei livelli sierici/tissutali di calcio e fosfato)

Questa funzione si traduce per ruolo fondamentale nel mantenere la densità minerale ossea a livelli ottimali; pertanto, una carenza di vitamina D induce il rischio di deficit di modellamento osseo in età pediatrica e di comparsa dell’osteoporosi e di fratture ossee in età adulta e negli anziani.

  • -sistema immunitario: il VDR è espresso in vari tipi di globuli bianchi, inclusi i linfociti T e B attivati e i monociti; inoltre, il calcitriolo sembra stimolare la produzione di molecole con azione antimicrobica diretta ( lipocalina, defensina, catelicidina – molecole sintetizzate e rilasciate in varie cellule – granulociti, eosinofili, cellule epiteliali– in seguito a rilascio di citochine pro-infiammatorie)
  • -proliferazione e differenziazione cellulare
  • -modulazione della sintesi di glutatione, di ossido nitrico, di fattori neurotrofici

Fonti alimentari e fabbisogno nutrizionale di vitamina D

Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono quelli di origine animale: l’uovo (il tuorlo), i pesci grassi (sardine, tono, sgombro, salmone), il fegato (vitello, manzo), il burro e la materia grassa del latte (formaggi, latte intero). Dal mondo vegetale, i piselli, i funghi e i cereali integrali sono le fonti principali di vitamina D (anche se in proporzioni molto ridotte rispetto agli alimenti animali).

tabella fabbisogno nutrizionale vitamina D  

https://www.epicentro.iss.it/ben/2018/giugno/2

A seconda delle fasce di età, l’apporto nutrizionale medio giornaliero varia da 10 a 15 microgrammi al giorno. Per molto tempo, l’attività della vitamina D è stata espressa in UI (unità internazionali) ma ultimamente gli esperti raccomandano l’utilizzo dell’UP (unità ponderale): la relazione tra UI e UP essendo

1UI=0,025g vitamina D, ovvero 1µg=40UI vitamina D

La sintesi cutanea di vitamina D, pur essendo soggetta ad alta variabilità indotta da fattori esterni (clima, stagione, quantità di luce ecc) ed intrinseci all’uomo (età, razza e sesso, superficie cutanea esposta), rappresenta dal 40 al 50% di copertura del fabbisogno nutrizionale di vitamina D. Tuttavia, gli esperti vi consigliano l’integrazione alimentare e nutrizionale a prescindere, tenendo conto della continuo aumento del deficit fisiologico della vitamina D, soprattutto nelle popolazioni dei Paesi occidentali dove, per via dell’alimentazione e stile di vita non idoneo, si registra la costante crescita di status di ipovitaminosi D cronica.

La carenza (il deficit) di vitamina D

La mancanza di vitamina D è generalmente asintomatica; si manifesta solo quando il deficit è molto importante e/o cronico. I sintomi principali sono stanchezza e debolezza muscolare, dolori muscolari e/o articolari, contrazioni muscolari involontarie; stato confusionale, astenia; ansia e disturbi del sonno.

Il deficit di vitamina D conduce alla comparsa di malattie dell’apparato osteo-articolare, come il rachitismo o osteopenia/osteoporosi; può favorire l’insorgenza della parodontite (detta anche piorrea), infiammazione gengivale causata dall’indebolimento delle ossa mascellari.

Inoltre, la carenza di vitamina D è stata correlata a molte altre patologie degenerative a decorrenza cronica, come diabete, ipertensione arteriosa, malattie reumatiche e neurologiche, allergia respiratoria e le allergie alimentari.

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fonti essenziali

epicentro.iss

codifa.it