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22 Febbraio 2018

Drssa Afrodita Alexe

La reazione allergica si definisce come la reazione inappropriata o esagerata del nostro sistema immunitario verso un agente sensibilizzante esterno detto allergene: il contatto diretto dell’allergene con i nostri anticorpi induce rilascio immediato nel sangue di mediatori chimici primari (di cui il primo è l’istamina) e secondari (prostaglandine ecc), che hanno come effetto vasodilatazione e aumento della permeabilità capillare, ipersecrezione di muco, spasmo della muscolatura liscia, inducendo stato iperemico e congestizio dei tessuti interessati.

Questo complesso meccanismo sta alla base di tutte le reazioni di ipersensibilità immediata, o di tipo I secondo la classificazione Gell-Coombs, definendo le malattie allergiche (anafilassi, angioedemi, allergie alimentari, allergia al lattice, orticaria) e le malattie atopiche (asma, rinite, congiuntivite su base allergica). 

Le allergie respiratorie rappresentano la forma di allergia più comune nel mondo, con una prevalenza di rinite allergica che in Europa si stima essere di 10-20% del totale. Anche in Italia si riportano dati statistici di circa 20% di prevalenza di rinite allergica rispetto al totale dei casi di malattie allergiche: il Progetto Aria, un’iniziativa promossa dall’OMS, è stato avviato per promuovere e diffondere le informazioni sulle allergie respiratorie interconnettendo le farmacie, i medici e il largo pubblico.

La rinite allergica, conosciuta anche come raffreddore allergico o ‘’febbre da fieno’’, è caratterizzata da un’importante quadro infiammatorio che interessa naso, occhi e gola. I sintomi comuni sono prurito nasale (di solito associato a prurito e arrossamento oculare con lacrimazione), rinorrea acquosa, starnuti ripetuti, rigonfiamento della mucosa nasale con sensazione di ostruzione delle fosse nasali, riduzione della capacità di sentire gli odori, tosse secca irritativa persistente che indica la compresenza di iperreattività bronchiale aspecifica, difficoltà respiratorie nel sonno.

Le pollinosi: allergie respiratorie delle vie aeree alte

La rinite allergica stagionale è scatenata dal contatto massiccio per via aerea con allergeni vegetali (pollini) che variano a seconda della stagione, e che comunemente comprendono:

  • -primavera: pollini di alberi quali betulla, quercia, olmo, acero, ginepro, olivo
  • -estate: pollini di graminacee quali erba canina, gramigna, erba fienarola; altre erbe (salsola; piantaggine lanceolata ecc)
  • -autunno: pollini di ambrosia, ortica, parietaria

In Italia, circa la metà di tutte le forme allergiche respiratorie sono dovute alla reazione allergica ai pollini (pollinosi), per una stima di 7% della popolazione totale.

Le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA), costituenti della rete dell’Agenzia italiana per l’ambiente, collaborando con l’Associazione Italiana di Aerobiologia AIA, nell’ambito del monitoraggio aerobiologico, sui loro siti web mettono a disposizione degli utenti il calendario pollinico ed i bollettini settimanali aggiornati delle impollinazioni e fioriture, che riportano la concentrazione di pollini aerodispersi espressa in granuli/m³/die, insieme al commento epidemiologico-clinico corrispettivo. Ad esempio, per la scorsa settimana nella regione Friuli Venezia Giulia sono stati riportati un aumento della concentrazione di pollini di ontano in pianura e in Friuli Alto; quote stabili per i pollini di nocciolo, frassino, cipresso in tutta la regione; aumento di spore fungine soprattutto in pianura e sulla costa. 

Malattie allergiche respiratorie: prevenzione e cura
In presenza di sintomatologia indicativa di una delle malattie allergiche respiratorie è opportuno rivolgersi al medico, per la diagnosi ed il trattamento tempestivi; inoltre, attuare alcune precauzioni generali nell’ottica della prevenzione:
-uscire di casa nelle prime ore del mattino e/o la sera, evitando le ore centrali con maggior afflusso pollinico; evitare le zone verdi e le strade trafficate; fare attenzione agli eventi atmosferici favorevoli all’aumento dell’afflusso di pollini (forti venti, temporali); 
-usare nell’ambiente domestico-lavorativo impianti di aria condizionata muniti di filtri anti-polline;
-lavarsi con più frequenza (ad esempio i capelli, in cui si possono depositare i pollini che poi durante la notte vengono trasferiti sui cuscini); lavare ogni giorno gli indumenti;
-controllare il più possibile gli altri fattori adiuvanti: fumo di sigaretta/smog, odori forti, caldo-freddo estremi, umidità elevata).

Il trattamento di base consta nell’utilizzo di farmaci antistaminici/decongestionanti/cortisonici, per via topica e/o orale, terapia farmacologica concordata con il medico in base al quadro clinico individuale; inoltre si possono attuare protocolli di prevenzione comprensivi delle regole generali sopracitate e coinvolgendo terapie alternative quali rimedi di medicina omeopatica (come ad esempio Complesso dose IMO granuli omeopatici, le terapie a base di oligoelementi di cui il più conosciuto è il manganese ecc).

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