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24 Gennaio 2022

drssa Afrodita Alexe

Lattoferrina: cos’è, dal punto di vista biochimico?

La lattoferrina, detta anche lattotransferrina, è una glicoproteina con peso molecolare di circa 75-80kD, con similarità strutturale alla transferrina e ovotransferrina (tutte fanno parte della stessa famiglia di glicoproteine leganti ferro). La sua molecola è costituita da 703 amminoacidi raggruppati in 2 lobi globulari – i terminali N e C- , collegati tra loro tramite una porzione a forma di elica a tre spire. Ciascun lobo della struttura può legare in modo reversibile uno ione di ferro, in forma ridotta od ossidata, rendendolo utilizzabile biologicamente.

La molecola di lattoferrina presenta 3 isoforme: alfa – forma priva di capacità enzimatica tipo RNasi (di scindere i filamenti di RNA in componenti più piccoli); e beta e gamma – forme che possiedono questa capacità enzimatica.

Lattoferrina: dove si trova nel corpo umano? la sintesi organica

La lattoferrina è stata identificata per la prima volta nel 1939, dal chimico danese S.P.L.Sorensen nel latte vaccino.  

Nel corpo umano si trova in tutti i fluidi corporei e in particolar modo nelle secrezioni delle mucose e ghiandole(saliva, lacrime, secreto nasale), nel flusso linfatico e sanguigno, nel suco pancreatico e duodenale, nelle cellule epiteliali intestinali; è escreta nel latte materno; è presente nei granulociti neutrofili (leucociti che operano nella modulazione della risposta immunitaria).

La lattoferrina si trova abbondante nel colostro (il primo latte), in concentrazioni 3-4 volte più alte rispetto al latte materno stesso elaborato in seguito alla montata lattea, fatto che dimostra la sua importanza nell’attivazione della risposta immunitaria innata nei nascituri.

Lattoferina: le azioni ed effetti fisiologici

Attività antimicrobica: antibatterica, antivirale, antifungina diretta ed indiretta

Una delle principali caratteristiche della lattoferrina è la sua capacità antibatterica, che avviene tramite più meccanismi:

  • legando il ferro, lo sottrae ai microorganismi che ne hanno bisogno per entrare nelle cellule-ospite e moltiplicarsi (per capacità di competizione ed affinità per il sequestro degli ioni di ferro, anche contro batteri come la Neisseria e la Moraxella, che hanno meccanismi diversi ed alternativi per la chelazione del ferro): azione batteriostatica
  • per reazione diretta di degradazione della parete cellulare dei batteri, sia Gram-negativi che Gram-positivi: legandosi ai lipopolisaccaridi (presenti nella struttura della membrana cellulare batterica), la lattoferrina conduce all’aumento della loro permeabilità e di conseguenza la loro rottura: azione battericida
  • agendo direttamente sulla motilità, aggregazione in colonie e formazione di biofilm dei batteri patogeni
  • la parte strutturale a cui si deve l'attività antibatterica, la regione N-terminale con carica altamente positiva, si mantiene anche nelle nuove molecole risultate in seguito a reazioni di degradazione della lattoferrina (reazioni fisiologiche come la idrolisi subìta nello stomaco sotto l'azione della pepsina presente nel suco gastrico).  

La lattoferrina presenta attività antivirale diretta:

  • legandosi ai glicosamminoglicani delle membrane cellulari, blocca i recettori dei siti di di legame che i virus utilizzano per attaccare le cellule, impedendo a questi di concentrarsi sulla superficie cellulare e il successivo ingresso nella cellula
  • inibendo direttamente la replicazione del DNA virale e del RNA

L’effetto antivirale della lattoferrina è stato dimostrato da numerosi studi scientifici incentrati sui virus HBV, HPV, HSV, CMV, HIV; sono tuttora in corso studi scientifici sull’azione antivirale della lattoferrina riguardo ai coronavirus, in particolare contro il SARS-CoV-2: la ricerca si concentra sulla capacità della lattoferrina di legarsi alle stesse molecole utilizzate dai virus per concentrarsi ed aggregarsi sulla superficie delle cellule-bersaglio (molecole chiamate proteoglicani del Heparan solfato – HSPG – e parte integrante della struttura basale delle membrane cellulari), bloccandone l’invasione.

La lattoferrina ha spiccato effetto immuno-modulatorio – di innesco e controllo della risposta immunologica:

  • al rilascio dai neutrofili, tramite meccanismi complessi di attivazione della risposta immunologica, che includono l’attivazione delle fibre NET (che intrappolano e uccidono, tra gli altri, i batteri)
  • per effetto diretto sul rilascio, attivazione e funzionalità delle cellule immunitarie
    • aumento dell’attività delle cellule Natural-Killer, che supportano l’attivazione a cascata dei linfociti;
    • attivazione della fagocitosi da parte dei leucociti PMN e dei macrofagi; 
    • ulteriore incremento della risposta immunitaria, per rilascio nei fluidi organici di citochine pro- ed anti-infiammatorie (interferone-gamma, TNF-alfa, interleuchina-6 ed a.)

La ricerca scientifica negli ultimi anni si concentra ad evidenziare e dimostrare gli effetti antiossidanti, antiinfiammatori e cellulo-protettivi della lattoferrina: in corso molti studi sul suo eventuale effetto benefico nel bloccare o ritardare la comparsa e sviluppo delle malattie neuro-degenerative come la malattia di Alzheimer, che colpisce più di 30 milioni di persone in tutto il mondo.

Nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, come la malattia di Crohn, la colite ulcerosa, la Sindrome del Colon Irritabile, si è osservato l'aumento dell’escrezione della lattoferrina con le feci: oltre a poter essere utilizzata come biomarcatore nella diagnosi di laboratorio di queste patologie, può anche risultare utile la sua integrazione nei piani e percorsi terapeutici di recupero dell'equilibrio della microflora intestinale (il microbiota).  

Lattoferrina: le indicazioni nell’uso degli integratori alimentari

Date le sue capacità antimicrobiche e immuno-modulatorie, la lattoferrina è impiegata nella formulazione di integratori da sola od in associazione con probiotici e prebiotici, vitamine e minerali, antiossidanti e cellulo-protettivi, in dosaggi che variano abbondantemente da 40 a 200mg per unità posologica.

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