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31 Maggio 2021

Drssa Afrodita Alexe

Rinite allergica e allergie respiratorie: definizione

Con il termine ‘’rinite allergica’’ si definisce una condizione patologica della mucosa nasale, indotta dall’infiammazione tissutale IgE-mediata sviluppata in seguito all’esposizione ad allergeni inalanti.

La rinite allergica entra a far parte della classe delle malattie allergiche respiratorie, classe di patologie ad incidenza in continuo aumento a livello globale, soprattutto negli ultimi anni, fatto che le rende di grande importanza socio-sanitaria e che comporta continui aggiornamenti: i più importanti, quello del Progetto ARIA nel 2019 e quelli recentissimi, delle Linee-Guida di percorso e cura delle malattie allergiche respiratorie, nel 2020 e nel 2021.

La rinite allergica è classificata insieme alla congiuntivite allergica, sotto il nome di ‘’rinocongiuntivite allergica’’, per la prevalenza di sintomi che coinvolgono simultaneamente occhi e naso, nella grande maggioranza dei casi, a tutte le età.

I meccanismi fisio-patologici di sviluppo della rinite allergica

Nella rinite allergica, l’infiammazione della mucosa nasale è indotta dall’esposizione della stessa alle molecole aero-disperse, definite ‘’allergeni inalanti’’, che fungono da trigger per l’attivazione della risposta immunitaria IgE-mediata: produzione di anticorpi specifici IgE, sostenuta dai linfociti T, con seguente sensibilizzazione generalizzata della mucosa agli agenti inalanti.

In un secondo momento, la riesposizione all’allergene verso cui la mucosa è già sensibilizzata induce rilascio nella superficie mucosale e nel circolo di varie molecole ad azione vasoattiva e neuroattiv, responsabili dei sintomi nasali immediati (istamina, leucotrieni, prostaglandine).

La fase successiva consiste nell’infiammazione generalizzata della mucosa, che coinvolge diverse cellule epiteliali e del sistema immunitario (mastociti, linfociti innati, linfociti T, eosinofili, basofili, cellule dendritiche): motivo per cui i sintomi permangono per ore anche dopo la cessazione dell’esposizione all’allergene.

Inoltre, la sensibilizzazione della mucosa comporta una sua iper-reattività aspecifica anche ad altre sostanze non-allergeniche ma con potenziale irritativo maggiore.

I sintomi e segni della rinite allergica

Clinicamente, la rinite allergica si presenta con:

  • starnuti ripetuti in sequenza / a salve,
  • rinorrea (intensa secrezione acquosa)
  • prurito (a volte bruciore e sensazione di mucosa secca e asciutta; dolore nei seni paranasali)
  • ostruzione nasale (dovuta all’infiammazione della mucosa, che presenta iperemia e flogosi)
  • congiuntivite (arrossamento della zona palpebrale, lacrimazione eccessiva, fotofobia)

nei casi più leggeri, i sintomi cedono spontaneamente senza richiedere particolare uso di farmaci.

Nel Progetto Libra 2019 – Linee-Guida ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma: progetto di rilevanza mondiale, sostenuto e promosso da OMS) sono riportate le indicazioni per la diagnosi corretta e differenziata della rinocongiuntivite allergica: la presenza di 1 o più di questi sintomi simultaneamente, per almeno un’ora al giorno, per molti giorni consecutivi oppure in particolari periodi temporali durante l’anno, è indice di forte sospetto di rinite allergica; la diagnosi sarà accertata dallo specialista che condurrà l’anamnesi completa e indicherà i test clinici da eseguire per dimostrare la sensibilizzazione agli allergeni specifici (skin-prick-test e/o test sierologici per individuare le immunoglobuline specifiche della reazione allergica).

Di per sé, la rinite allergica non è una malattia grave: può essere invece un reale e serio rischio di insorgenza di malattie gravi ad andamento cronico-degenerativo delle vie respiratorie alte (SCUAD-Severe Chronic Upper-AirWay Disease) e in particolare di asma bronchiale allergico.

Inoltre, dai dati clinici emerge un rischio maggiore per i bambini affetti da rinite allergica, di sviluppare otiti ricorrenti e/o resistenti alle terapie farmacologiche, nonché di essere sottoposti a interventi chirurgici di rimozione delle tonsille, rispetto ai bambini non-allergici.

La rinite allergica: quanti tipi ci sono

In base all’entità e permanenza dei sintomi, la rinite allergica può essere:

  • intermittente (sintomi presenti per meno di 4 giorni in una settimana oppure per meno di 4 settimane)
  • persistente (sintomi presenti per più di 4 giorni alla settimana oppure per più di 4 settimane)
  • lieve (con tutti i sintomi presenti ma di leggera entità e non fastidiosi e senza impedire le normali attività quotidiane/lavorative/scolastiche; senza alterazioni del sonno)
  • moderata-grave (con tutti i sintomi presenti e di grave entità, che inducono limitazioni nello svolgimento delle attività quotidiane; presenti alterazioni nella qualità del sonno, di cui un cenno particolare all’apnea notturna da ostruzione nasale)

 Gli allergeni inalanti possono essere differenziati in stagionali (pollini di erbe ed alberi; alcune muffe) e perenni (tipici dell’ambiente indoor, come acari, polvere, muffe, il classico pelo di gatto o cane). 

La rinite allergica: i numeri in Italia e nel mondo

Ad oggi, si stima che a livello globale vi soffrono di rinite allergica almeno 500milioni di persone. Nel continente europeo, la prevalenza dei casi si aggira attorno al 25% della popolazione globale, numero sottostimato comunque per via dei casi non diagnosticati o con diagnosi incompleta/non differenziata, ai quali si aggiunge il numero dei casi non trattati.

In Italia, la prevalenza stimata è compresa tra il 16% e il 25% della popolazione; nei bambini, si è riscontrata in circa 8,5% per la fascia di età 6-7anni e in circa 15% per quella 13-14anni; inoltre le osservazioni cliniche conducono alla conclusione che l’insorgenza di rinite allergica in età piccola comporta un peggioramento del quadro clinico allergico in età adulta.

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Prevenzione e cura della rinite allergica

Nella prevenzione della rinite allergica e in generale delle pollinosi si parte dal cambiamento dell’ambiente vitale, mettendo in atto delle regole e comportamenti (comunque non sempre facili da rispettare): allontanarsi da zone con campi e parchi fioriti; rimandare o delegare ad altri i lavori di giardinaggio ed agricoli; arieggiare gli interni della casa solo nelle ore serali e tenerli chiusi durante il giorno; limitare l’uso dei condizionatori d’aria; ridurre il numero di tappetti, tende ed altri tessuti ornamentali nell’abitazione; porre attenzione alla scelta del corredo nella camera da letto (materassi, cuscini ecc).

La cura della rinite allergica in fase acuta impiega l’utilizzo dei farmaci decongestionanti, antistaminici e cortisonici ad uso esterno sotto forma di gocce, spray, nebulizzatori; e sotto il consiglio dello specialista, gli antistaminici orali. Questi farmaci presentano tuttavia una serie di reazioni avverse come secchezza e congestione nasale paradossale con atrofia della mucosa nasale e sviluppo di rinite iatrogena; assuefazione; sonnolenza; nonché interazioni indesiderate e controindicazioni in associazione ad altri farmaci; motivo per cui l’utilizzo di questi farmaci è indicato per il solo periodo di tempo necessario per risolvere i sintomi acuti.

L’impiego dell’immunoterapia specifica (ITS) spetta al medico specialista, per casi clinici in cui la patologia non è controllata o non risponde ai trattamenti farmacologici tradizionali, per prevenire e controllare le comorbidità (come la comparsa dell’asma), in età giovane.

Come percorso alternativo, la medicina omeopatica propone rimedi il cui utilizzo presenta alcuni vantaggi: possibilità di somministrazioni ripetute nell’arco della giornata e per più di 5-7 giorni; mancanza di effetti indesiderati e interazioni con altri farmaci; soprattutto per i bambini, i rimedi omeopatici possono essere una valida alternativa per la loro alta tollerabilità e l’ottima risposta terapeutica.

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Fonti essenziali

  • edu.iss.it
  • msd.manuals
  • simg.it
  • progetto.aria.it