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07 Dicembre 2019

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Dr.ssa Afrodita Alexe

Le relazioni tra ALA, EPA e DHA

ALA : acido alfa-linolenico, capostipite e precursore degli acidi grassi Omega 3

EPA (acido eicosapentaenoico)

DHA (acido docosaesaenoico)

Perché assumere integratori di EPA e DHA?

Gli acidi grassi Omega 3 hanno una fondamentale importanza per il benessere di tutto il corpo umano: in particolare la vista, la pelle, il cervello, l’apparato cardio-vascolare, il sistema immunitario vi hanno bisogno costantemente durante tutta la vita. Tuttavia, gli studi scientifici condotti per far luce sulla loro farmacocinetica e farmacodinamica (assorbimento, distribuzione tissutale, interconversione, azione biologica…) hanno dimostrato 2 aspetti cruciali:

-che gli Omega 3 sono presenti solo in piccole quantità nel tessuto adiposo, ovvero non vengono immagazzinati nell’adipocita, quindi l’organismo non vi ha a disposizione una riserva a cui attingere a priori

-che ALA (acido alfa-linolenico, capostipite del gruppo Omega 3) come substrato di sintesi endogena degli Omega 3 non è sufficiente (per la capacità molto limitata del nostro corpo di trasformare ALA in EPA e DHA, nonché per le reazioni di perossidazione a cui è sottoposto lo stesso ALA ancor prima di poter essere convertito nei successori Omega 3)

Riguardo all’integrazione alimentare di Omega 3, gli studi hanno dimostrato che:

-l’integrazione nutrizionale aumentata di solo ALA non conduce a un aumento di EPA e DHA circolanti nel plasma o nei tessuti

-l’integrazione nutrizionale aumentata di solo EPA conduce a un aumento di EPA nel plasma e nei tessuti, ma non di DHA

-l’integrazione nutrizionale aumentata di solo DHA conduce a un aumento di DHA nel plasma e nei tessuti (effetto dose-dipendente e raggiungimento di equilibrio della concentrazione plasmatica dopo 1 mese di integrazione costante di dosi da 1 a 2g al die), e allo stesso tempo ad un aumento anche se limitato di EPA circolante

-infine, l’integrazione nutrizionale aumentata di EPA e DHA conduce ad una riduzione della concentrazione plasmatica di ARA (l’acido arachidonico, precursore nella sintesi e rilascio tissutale e plasmatico di sostanze pro-infiammatorie).

ALA, EPA, DHA: dove si trovano esattamente nei tessuti?

Gli Omega 3 sono presenti come parte integrante nella struttura di tutte le membrane cellulari, come componenti dei fosfolipidi, degli sfingolipidi e dei plasmalogeni: da tali, dettano le proprietà delle membrane (fluidità, permeabilità, elasticità, capacità di deformarsi, densità…) e influiscono l’attivazione e la reattività delle molecole deputate al trasporto intercellulare di sostanze e nutrienti.

Il rapporto, o meglio l’equilibrio dinamico tra le concentrazioni plasmatiche e tissutali di ALA, EPA, DHA e ARA, detta il bilancio nella sintesi di certi substrati enzimatici (come ad esempio le COX) e di conseguenza la sintesi e rilascio di sostanze con azione anti-infiammatoria (eicosanoidi, autacoidi-resolvine ecc).

DHA è il più abbondante nelle membrane di tutte le cellule ed è presente in quantità largamente variabili in tutti gli organi, è predominante tra tutti gli altri grassi nella retina e nel cervello; rappresenta circa il 4% del totale dei lipidi nelle membrane degli eritrociti; sono invece riscontrate quantità molto ridotte nel tessuto adiposo (dove generalmente i grassi sono stoccati come triacilgliceroli: qui troviamo per contro molto più LA, precursore degli Omega 6).

Anche EPA si trova largamente distribuito in tutte le cellule del corpo umano, e predominante nel sangue, nel fegato, nel muscolo; è coinvolto attivamente in tutte le reazioni fisiologiche. Neanche EPA è presente stoccato nel tessuto adiposo: come prova del fatto che sia EPA che il DHA sono molecole di cui il corpo umano ne fa un uso dinamico, costante, vita natural durante.

La conversione di ALA in EPA e DHA ha luogo principalmente nel fegato e coinvolge una serie di enzimi detti elongasi e desaturasi, gli stessi che catalizzano anche la conversione di acido linoleico in acido arachidonico con effetti pro-infiammatori sui tessuti ed organi: gli studi scientifici* hanno dimostrato come l’introito alimentare dei vari acidi grassi e le caratteristiche fisiologiche individuali influiscono sulla conversione e sulla distribuzione tissutale degli stessi; in particolare:

-esiste una grande variabilità individuale riguardo alla conversione e utilizzo degli Omega 3 nella popolazione umana, anche all’interno dei gruppi con le stesse abitudini alimentari,

-gli uomini sono più predisposti a deficit nutrizionale di EPA e DHA rispetto alle donne,

-le donne in menopausa, in post-menopausa e/o sottoposte alla terapia farmacologica ormono-sostitutiva sono maggiormente predisposte al deficit nutrizionale di EPA e DHA,

-i neonati, i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani presentano un fabbisogno maggiore di DHA in quanto ancor meno capaci di sintetizzarlo tramite conversione da ALA,

-infine, le realtà socio-economiche che dettano lo stile di vita e le abitudini alimentari della popolazione globale fanno sì che l’apporto nutrizionale di EPA e DHA, qualitativamente e quantitativamente parlando, sia in continuo decrescere in particolare nei Paesi industriali avanzati.

Quali integratori di Omega 3 dobbiamo prendere? 

Gli studi scientifici hanno dimostrato che il corpo umano ha bisogno di introito costante di acidi grassi polinsaturi Omega 3, e che l’accumulo e l’utilizzo di ognuno di essi da parte dei tessuti sono dose-dipendenti, proprio per la ridotta capacità del nostro corpo di realizzarne l’interconversione. 

In poche parole, la carenza di Omega 3, e in particolare di EPA e di DHA, andrebbe coperta utilizzando integratori nutrizionali mirati di ciascuno di essi. Come facciamo a sapere qual è il bisogno individuale? La scienza ci mette a disposizione esami specifici per scoprirlo: è possibile eseguire il test del profilo lipidico della membrana cellulare, che dà una risposta precisa in termini di contenuto qualitativo e quantitativo di lipidi e indicazioni dettagliate e personalizzate sul tipo di integrazione alimentare e nutrizionale da seguire.

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fonte essenziale

https://academic.oup.com/ajcn/article/83/6/1467S/4633217

www.iss.it

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