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Drssa Afrodita Alexe

L'adesione - aderenza - alla terapia: cos'è e come si definisce

L’aderenza, o l’adesione, della persona alla propria terapia farmacologica viene definita da OMS come ‘’il grado con il quale il comportamento di una persona - assumere un farmaco, seguire una dieta e/o modificare il proprio stile di vita - corrisponde con quanto concordato con l’operatore sanitario’’: quindi vista come un processo dinamico, inter-relazionale, multi-fattoriale e di fondamentale importanza per il successo dell’intervento terapeutico, a breve ed a lungo termine.

Nei report annuali sulla sicurezza ed efficacia nell'utilizzo dei farmaciAIFA sottolinea che ‘’ La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società’’.

L’aderenza della persona alla propria terapia farmacologica gioca un ruolo fondamentale nel controllo efficace della malattia, sia acuta che cronica, in primis per la corretta gestione della malattia stessa (ovvero la guarigione) e non meno importante per minimizzare il rischio di possibili ricadute o recidive future e sviluppo di malattie correlate.

Le patologie croniche e la non-aderenza alla terapia: numeri e statistiche

Negli ultimi 50 anni, la speranza di vita in Italia è aumentata di quasi 12 anni: se nel 1966 era di 70 anni, nel 2016 è diventata 82 anni; fenomeno in continua crescita e dovuto in parte al progresso scientifico in campo medico, all’utilizzo di terapie mediche più efficaci, e (soprattutto nell’ultimo decennio) allo sviluppo e uso di programmi di prevenzione socio-sanitaria estesi a livello nazionale.

Tuttavia, aspettativa di vita più lunga non necessariamente significa anche buona qualità di vita ; è facilmente intuibile che la fascia d’età più soggetta a rischio di non-adesione alla terapia è quella sopra i 60 anni. Si stima che, del numero totale di persone anziane affette da una o più malattie a decorso cronico, più del 70% sono ‘’non-aderenti’’, ovvero rinunciano al percorso curativo in maniera parziale o totale.

Molte delle patologie ritenute gravi sono diventate croniche, sotto controllo dell’andamento clinico nel tempo per garantire il mantenimento della qualità di vita a livelli ottimali. Le statistiche ISTAT parlano di quasi il 39% della popolazione italiana soffre di almeno 1 patologia cronica, di cui più della metà sono persone sopra i 65 anni, numero pari a più di 7 milioni di persone: e di questi pazienti, circa l' 11% (1.5 milioni) seguono una terapia polifarmacologica con necessità di assunzione giornaliera di 10 o più farmaci in varie formulazioni farmaceutiche.

I dati statistici riferiscono numeri molto alti di mancata o scarsa aderenza, per patologie croniche di rischio maggiore, come:

  • -ipertensione arteriosa e malattie cardio-vascolari: 42.3%
  • -diabete e patologie correlate: 36.6%
  • -malattie respiratorie (asma, BPCO): 86.6% !
  • -sindrome depressiva: 59.7%

Sicurezza nell'utilizzo dei farmaci: come si misura la aderenza alla terapia?

Nell’utilizzo sicuro del farmacol’aderenza alla terapia viene interpretata e misurata in base al comportamento della persona seguendo 2 principali aspetti:

  • l’assunzione dei farmaci: dose, modo e tempi (ovvero il grado con cui la persona segue e rispetta la posologia indicata dal medico)
  • la persistenza terapeutica: il grado di prosecuzione nel tempo dell’assunzione di uno o più farmaci prescritti

I due aspetti possono essere non-congruenti: ad esempio, la persona continua ad assumere i farmaci nel tempo ma solo parzialmente (non tutti, o non tutte le dosi giornaliere, o non tutti i giorni).

La scarsa o mancata adesione alla terapia è un fenomeno che interessa tutte le fasce d’età, tutti i tipi di malattie e tutti i tipi di cure intraprese, in acuto, subacuto e cronico, ma con particolare interesse per la categoria di pazienti sopra i 65 anni e/o che devono seguire terapie complesse a lungo termine (come ad esempio per le malattie croniche ad andamento degenerativo, le patologie cardio-cerebro-vascolari e correlate, le malattie respiratorie croniche ed a.).

Uno dei modelli più utilizzati per valutare il grado di adesione alla terapia è rappresentato dalla scala di Morisky, un questionario a più domande (o nella versione semplificata, a 4 domande con risposta doppia e punteggio da 0 a 1) valido per l’utilizzo in differenti patologie; rappresenta uno strumento utile per gli operatori sanitari nel processo decisionale del percorso terapeutico (quando e come si deve intervenire per migliorare l’andamento dello stesso).

Cause e condizioni della non-aderenza alla terapia

La non-adesione alla terapia: ovvero la mancata od incompleta aderenza alla terapia prescritta dal medico indica una copertura terapeutica inferiore al 40%, con conseguenze dirette ed indirette per il paziente stesso, per il sistema sanitario e per la collettività; tra queste,

  • peggioramento dello stato patologico
  • fallimento della terapia farmacologica (che renderà necessaria la rivisitazione di tutto il protocollo atto alla guarigione)
  • aumento della frequenza delle visite specialistiche e numero di ricoveri ospedalieri
  • incremento dei costi socio-economici (disabilità, aggravio maggiore sui familiari, coinvolgimento di più figure e reparti socio-sanitari)

Le cause della non-aderenza alla terapia – quindi fallimento totale o parziale della stessa, con gravi conseguenze sull’andamento della malattia – sono molteplici, intrinseci ed estrinseci alla persona. Le cause più comuni in assoluto sono

  • l’inconsapevolezza della malattia (grado, ripercussioni, rischi);
  • la complessità della terapia farmacologica (in termini di modalità di somministrazione, numero di farmaci prescritti, durata della terapia, reazioni avverse/indesiderate);
  • la scarsa fiducia della persona nel successo della cura (dovuta ad acquisizione di informazioni errate, incomplete o malintese sui farmaci prescritti riguardo a effetto terapeutico, reazioni avverse, durata e modo di somministrazione, interazioni con altri farmaci, integratori od alimenti);
  • mancata od incompleta comunicazione tra professionista sanitario e paziente;
  • follow-up inadeguato sia a corto che a lungo termine

La non-aderenza alla terapia può quindi essere intenzionale, quando la persona decide di interrompere parzialmente o totalmente la terapia; o non intenzionale, quando fattori indipendenti dalla volontà della persona gravano sulla modalità e costanza dell’assunzione dei farmaci (il ‘’salto’’ nella somministrazione del farmaco, occasionale o ricorrente).

''...La prescrizione di trattamenti farmacologici multipli, spesso di lunga durata e somministrati con schemi terapeutici complessi e di difficile gestione, può ridurre la compliance, aumentare il rischio di prescrizioni inappropriate, interazioni farmacologiche e reazioni avverse, (...)con rischio maggiore di outcome negativi, quali aumento della morbidità, aumentata frequenza e durata di ospedalizzazione, aumentato rischio di disabilità e non autosufficienza, peggiore qualità di vita e aumento della mortalità''.(Piano Nazionale della Cronicità -2016)

In più, la non-aderenza alla terapia, parziale o totale, si riferisce anche alle modifiche dello stile di vita necessarie per il controllo ottimale del decorso della malattia: parlando in generale si stima che, ad oggi, ogni intervento medico messo in atto per le terapie croniche, che intende modificare in maniera profonda le abitudini di vita del paziente, è sortito ad andare incontro ad una resistenza da parte dello stesso a lungo periodo, con rifiuto e/o abbandono della terapia.

Come migliorare l’aderenza alla terapia farmacologica: regole e strumenti

Per migliorare l’aderenza alla terapia, le persone possono mettere in atto alcuni comportamenti ed avvalersi dell’aiuto di strumenti logistici:

  • rispettare sempre i termini della terapia così come indicato dal medico
  • chiedere informazioni dettagliate sulla malattia e sulla cura da seguire, per maggiore consapevolezza
  • prestare ancor maggiore attenzione nel caso di assunzione di più farmaci: cadenzare la loro somministrazione nell’arco della giornata, collegare l’assunzione di un farmaco ad un’azione quotidiana (come lavarsi i denti o fare colazione), scrivere la posologia sulle confezioni dei farmaci, usare contenitori appositi mono- o multi-uso per i medicinali
  • di vera e reale utilità avere a disposizione uno schema posologico di facile comprensione, predisposto dal medico ed eventualmente riferito al farmacista per la realizzazione in farmacia di dispositivi per somministrazione sicura (blister portapillole personalizzati, contenitori mono- o multi-dose)