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03 Luglio 2018

Quando si verifica un consistente aumento della concentrazione plasmatica di ormoni tiroidei, T3 e T4, si parla di ipertiroidismo: si tratta di una condizione patologica parte del gruppo delle tireotossicosi, con molteplici cause che ne determinano il tipo, e con un’incidenza molto elevata (il secondo tipo di disturbo endocrino-metabolico, dopo il diabete).

I primi ceni di ricerca ed analisi clinica dei sintomi dell’ipertiroidismo, già nel tardo ‘700 e poi agli inizi dell’800, evidenziano la sintomatologia generale del disturbo endocrino senza correlarlo direttamente al malfunzionamento della ghiandola tiroidea; gli studi approfonditi del chirurgo italiano Giuseppe Flaiani, del medico tedesco K.A.von Basedow, del medico anatomo-fisiologo R.J.Graves furono completati dal lavoro di P.J.Moebius, scienziato e neurologo tedesco che nel 1896 ne pubblicò il primo razionale scientifico completo.

Tra le principali cause che scatenano una condizione di ipertiroidismo si trovano:

-la presenza di una patologia autoimmune: l’iperplasia primitiva diffusa, conosciuta con il nome di malattia di Basedow-Graves, in cui la tiroide, aumentata di volume e dimensioni, è stimolata a produrre a dismisura ormoni tiroidei; oltre ai segni clinici classici, spesso è accompagnata da disturbi oculari specifici (bruciore oculare, fotofobia, esoftalmo).

-la presenza di 1 nodulo nella tiroide: gozzo nodulare tossico (adenoma tossico; morbo di Plummer), in cui la ghiandola tiroide risulta ingrossata parzialmente; ha luogo una iperproduzione localizzata di ormoni tiroidei, indipendentemente dalla stimolazione del TSH; la comparsa della patologia è più marcata nelle aree geografiche a ridotto apporto alimentare di iodio;

-la presenza di più noduli nella tiroide: gozzo multinodulare tossico, in cui la ghiandola tiroide risulta ingrossata in tutte le parti; ha luogo una iperproduzione diffusa di ormoni tiroidei;

-il rilascio in circolo di ormoni tiroidei da parte della tiroide, come episodio acuto transitorio, nella tiroidite cronica autoimmune (malattia di Hashimoto).

-l’abuso di preparati tiroidei, anche nell’ambito della terapia continuativa dell’ipotiroidismo; iper-assunzione di iodio con l’alimentazione, soprattutto nelle persone predisposte geneticamente.

I segni e sintomi clinici dell’ipertiroidismo sono gli stessi indipendentemente dalle cause scatenanti; coinvolgono distretti organici e sistemi metabolici generali:

-aumento del consumo di ossigeno e produzione metabolica di calore: si assiste a ipersudorazione, tremori, cute calda (per incremento del flusso sanguigno generale e della vasodilatazione periferica), intolleranza al calore;

-aumento del catabolismo proteico: induce astenia, affaticamento, indebolimento muscolare e fisico generale; perdita di peso corporeo di vari gradi; perdita di capelli, sia a livello strutturale del capello che in termini di massa e volume capillare;

-iperattività del sistema nervoso centrale: conduce a nervosismo, irritabilità, agitazione, insonnia, difficoltà di concentrazione, apatia, depressione, psicosi;

-iperattività dell’apparato cardio-vascolare: tradotta per aumento della frequenza cardiaca e della forza di contrazione del cuore, con tachicardia e ipertensione arteriosa, spesso associate alla ipertrofia del ventricolo sinistro.

-apparato oculare: presenti esoftalmo, bruciore e dolore del bulbo oculare e della zona perioculare, fotofobia, congiuntivite cronica ed edema periorbitale;

-apparato genito-urinario e riproduttivo: si può assistere a poliuria; mestruazioni irregolari, abbondanti e prolungate, sindrome precoce della menopausa; calo del libido, infertilità; ginecomastia (negli uomini);

-apparato gastro-intestinale: nausea, vomito, irregolarità dell’alvo con prevalenza di diarrea, infiammazione cronica della mucosa intestinale.

In età avanzata, la gran parte dei sintomi può scomparire lasciando posto solo alla stanchezza cronica e alla perdita di peso corporeo.

La ricerca scientifica ha stabilito una correlazione tra l’ipertiroidismo e la miastenia gravis (malattia autoimmune che colpisce il sistema neuro-muscolare), caso in cui è stato attribuito un fattore eziopatologico autoimmunologico anche alla disfunzionalità tiroidea; almeno il 5% dei pazienti affetti da miastenia gravis soffre anche di ipertiroidismo.

La diagnosi di ipertiroidismo si basa sulla rilevazione dei valori circolanti di T3, T4 e TSH: un aumento dei livelli sierici di T3 e T4, in concomitanza all’abbassamento del valore sierico di TSH, è segno tipico dell’iperfunzionalità tiroidea. Per stabilire con precisione il tipo di disfunzione, il medico indicherà esami del sangue approfonditi come il dosaggio di anticorpi specifici (anticorpi anti-recettore del TSH, anticorpi anti-tireoperossidasi AbTPO, anticorpi anti-tireoglobulina AbTG), il dosaggio della tireoglobulina circolante, il VES, eventualmente insieme ad esami strumentali come l’ecografia o la scintigrafia tiroidea.

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