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17 Ottobre 2018

Come già visto, l’ipotiroidismo è una condizione patologica indotta da una mancata azione, totale o parziale, degli ormoni tiroidei sui tessuti, e caratterizzata da un rallentamento generalizzato delle funzioni metaboliche. In gran parte dei casi si tratta di una insufficiente produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroide (ipotiroidismo primario), per diverse cause di cui carenza primaria di iodio; raramente, si può riscontrare un ipotiroidismo secondario, dovuto a disturbi dell’ipotalamo o dell’ipofisi oppure nei casi di infezioni gravi sistemiche.

Il periodo della gravidanza è normalmente caratterizzato da un aumento fisiologico delle funzioni metaboliche nel corpo della madre, in particolar modo delle funzioni della ghiandola tiroide che deve rispondere adeguatamente a vari stimoli fisiologici messi in atto a livello ormonale (come ad esempio l’aumento fisiologico dei valori sierici di hCG nei primi 3 mesi di gravidanza, ormone che presenta similarità di struttura molecolare con la TSH, che gli rende un’attività tireostimolante per la quale si assiste ad una riduzione iniziale di TSH circolante). Il maggior impegno della tiroide è strettamente correlato ai cambiamenti indotti dall’avanzare della gravidanza: l’aumento del volume plasmatico generale e quello intrauterino in particolare, richiede da parte della tiroide il ribilanciamento dei valori sierici di T3e T4; la specifica funzione di barriera della placenta, che permette il passaggio all’interno dell’utero di piccole quantità di T4 alla volta, in questa maniera aumentando il catabolismo del restante T4 e quindi innescando il meccanismo di rebound compensatorio materno; l’aumento dell’escrezione renale di iodio, normo-fisiologica, ma che induce nella tiroide gli ennesimi meccanismi compensatori. Con una funzionalità tiroidea già deficitaria prima della gravidanza, i cambiamenti ormonali specifici della gravidanza potrebbero avere impatto negativo sulla salute sia della madre che del suo bambino.

L’ipotiroidismo in gravidanza è contrassegnato da alcuni sintomi comuni: astenia, affaticamento generale, deficit di attenzione e concentrazione, perdita importante di capelli, intolleranza al freddo, mixedema, raucedine progressiva. Nella diagnosi il medico terrà conto dell’eventuale storico clinico pregresso e/o familiarità per tireopatie, la compresenza di altre malattie autoimmuni, lo stato atto di diabete mellito tipo I, l’assunzione di farmaci ad azione antitiroidea. Le complicanze dell’ipotiroidismo non trattato per la donna in gravidanza possono essere molto importanti, come ad esempio ipertensione arteriosa con o senza preeclampsia, parto pre-termine, aumentato rischio di aborto spontaneo, emorragia post-parto.

La diagnosi precoce dell’ipotiroidismo ed il controllo della terapia ormonale sostitutiva eutiroidea, sia pre-gestazionale che durante i mesi della gravidanza, prendono connotazioni di particolare importanza, visto il ruolo essenziale giocato dagli ormoni tiroidei nello sviluppo generale ed in particolar modo del sistema nervoso del bambino: un adeguato apporto di ormoni tiroidei è fondamentale per la maturazione cerebrale, soprattutto nelle prime e nelle ultime settimane della gravidanza. Uno stato di ipotiroidismo non trattato materno può condurre al deficit tiroideo nel feto, con conseguenze gravi ma in gran parte rese reversibili tramite l’idonea terapia farmacologica sia per la madre, durante e dopo la gravidanza, una volta posta la diagnosi, sia per il bambino dopo la nascita. Diversamente, una grave carenza di iodio della madre, soprattutto nei primi 3 mesi di gravidanza, conduce ad un quadro di ipotiroidismo combinato, della madre, del feto e del bambino dopo la nascita, con conseguenti danni irreversibili nello sviluppo psicomotorio ed intellettivo del bambino, con la massima rappresentazione nel quadro clinico del cretinismo endemico: sindrome neurologica con diverse manifestazioni, sordomutismo, disfunzioni piramidali ed extrapiramidali, il classico disturbo della deambulazione.

In considerazione della frequenza dei disturbi tiroidei in gravidanza, relativamente alta, e degli effetti negativi sulla salute della madre e del bambino, è di massima importanza eseguire i test specifici della funzione tiroidea: gli esami del laboratorio per T3, T4 e TSH; la ricerca degli anticorpi anti-Tg, anti-TPO, anti-recettore del TSH; ecografia tiroidea; ioduria (stretta indicazione medica specialistica). Il controllo dei valori T3, T4 e TSH si rende necessario ogni 4-8 settimane, in base al disturbo segnalato. Le linee guida attuali raccomandano lo screening tiroideo esteso a tutte le donne in gravidanza che presentano rischio maggiore di ipotiroidismo, soprattutto in caso di residenza permanente nelle zone geografiche riconosciute per carenza iodica, oltre che il controllo attento e costante della adesione e responsività alla terapia farmacologica laddove già in atto (cioè per le donne già sotto cura con levotiroxina, che intraprendono una gravidanza). Riguardo al monitoraggio dei disturbi tiroidei nei neonati, dalla fine degli anni ’70 e successivi ’80 è stato attuato a livello mondiale, anche se ogni nazione con metodi diversi, un programma integrato multidisciplinare di prevenzione sanitaria, con lo scopo di identificare precocemente, per avviare percorsi di cura e trattamenti specifici, alcune malattie da disturbi metabolici genetici di cui l’ipotiroidismo congenito: in Italia, con la Legge 104 del 5 febbraio 1992, lo Screening neonatale gratuito per la fenilchetonuria, l‘ipotiroidismo congenito e la fibrosi cistica è diventato obbligatorio per tutti i bambini nati sul territorio italiano; ad oggi, lo screening copre, oltre l’ipotiroidismo, altre 40 malattie metaboliche ereditarie, di difficile interpretazione diagnostica fino a poco tempo fa.

Con l’avvio della farmacia dei servizi, l’analisi specifica della funzione tiroidea può essere richiesta anche in farmacia, e condotta tramite un piccolo prelievo di sangue capillare. La farmacia Pelizzo, per gli esami del sangue ad Udine, ha reso disponibile 7 giorni su 7 per gli utenti il servizio Prevenzione ed analisi, dove è possibile effettuare analisi del sangue di prima istanza ed esami specifici tra cui anche l’analisi della funzione tiroidea (T3, T4 e TSH), eseguita nei laboratori Synlab certificati e validati a livello nazionale.

 

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