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19 Giugno 2023

drssa Afrodita Alexe

Nei Paesi dell’Europa i cani e gatti sono gli animali domestici più comuni nelle famiglie: si stima che uno su due nuclei familiari ne hanno, almeno 1 cane o un gatto, come animali da compagnia diventati vera e propria parte della famiglia.

Come per noi, anche nei nostri amici animali lo stato di buona salute psico-fisica è strettamente correlato al benessere del tratto gastro-intestinale: una microflora intestinale sana e florida ha un forte impatto sulla salute dell’intero organismo, così come avviene anche nell’essere umano.

Microflora batterica intestinale: il microbiota (ed il microbioma) nel cane e gatto

Il termine ‘’flora batterica intestinale’’ è ormai superato: oggi la scienza parla di microbiota intestinale ovvero l’insieme di microrganismi (non solo batteri ma anche protozoi, funghi, virus ecc) presenti nell’intestino (e non solo) che vivono in simbiosi con l’organismo ospite in un particolare rapporto inter-relazionale in cui l’ospite fornisce materie prime per il sostegno biologico dei microorganismi simbionti, che in cambio svolgono funzioni essenziali per il corretto funzionamento dell’ospite stesso.

L’equilibrio armonico tra le 2 parti si chiama eubiosi e rappresenta una condizione ideale di salute che può essere difficile da ristabilire, una volta che questo delicato equilibrio viene danneggiato.

Nel cane e gatto, il numero totale di microrganismi e la loro densità aumentano lungo il tratto gastrointestinale, essendo più bassi nello stomaco e più alti nel colon; le stime parlano di un numero di microrganismi intestinali circa 10 volte maggiore del numero totale di cellule dell’organismo ospite (condizione comune in tutti i mammiferi).

Le funzioni essenziali del microbiota consistono nella:

  • produzione di aminoacidi, vitamine, enzimi, ormoni, acidi grassi a catena corta – sostanze fondamentali per la buona funzionalità dell’intero organismo;
  • modulazione del sistema immunitario per sintesi, rilascio ed utilizzo di sostanze di ruolo
  • protezione contro agenti invasori potenzialmente patogeni o nocivi – funzione che si basa sulla capacità di proliferare e colonizzare sulla superficie della mucosa intestinale rafforzando la sua funzione di barriera; secernendo agenti antimicrobici in grado di aggredire ceppi batterici estranei potenzialmente patogeni; occupando per colonizzazione i possibili siti di adesione alle pareti del tubo intestinale e impedendo così l’adesione dei patogeni.

Il microbioma – termine talvolta utilizzato erroneamente per indicare il microbiota – rappresenta invece il corredo genetico della microflora; in altre parole, il patrimonio genetico – l’insieme dei geni che gli organismi sono in grado di esprimere per poter sopravvivere e proliferare nel loro ambiente.

Microbiota intestinale nel cane e gatto: cosa contiene e quali sono i principali ceppi batterici?

La composizione del microbiota intestinale è soggetta a variazioni ed è influenzata da diversi fattori di cui in primis l’alimentazione: un regime alimentare diversificato e bilanciato pone le basi per una microflora florida e funzionante come per l’uomo, così anche per i cani e gatti.

Il microbiota del cane è molto simile a quello umano, sia per composizione che per le funzioni svolte; è stato possibile stillare un catalogo genomico per i cani evidenziando i ceppi batterici predominanti – i Firmicutes ed i Bacteroidetes – e in misura più ridotta proteobatteri, acinobatteri e fusobatteri.

Anche il microbiota del gatto presenta similarità con quello dell’uomo; sono più presenti gli enterococci ed in misura minore lattobacilii e bifidi. Nei gatti, la popolazione microbica intestinale cambia e si evolve con l’età e con l’alimentazione; il microbiota intestinale vive e si sviluppa come un sistema dinamico in continua crescita, ricambio e ricostituzione.

I probiotici per cani e gatti: quali sono i più indicati?

Oggi, invece di ‘’fermenti lattici’’ si parla di ‘’probiotici’’: perché nell’integrazione della microflora intestinale ci devono essere presenti non solo ceppi batterici produttori di acido lattico per fermentazione dei carboidrati/zuccheri complessi (poco utili nel cane e gatto, che sono già capaci di scindere queste molecole) ma veri e propri batteri vivi, formatori di colonie e capaci di produrre sostanze essenziali per il corpo dell’ospite.

Una delle definizioni universalmente riconosciute di probiotici si ritrova nei documenti FAO/WHO (OMS): “a viable mono or mixed culture of bacteria which, when applied to animal or man, beneficially affects the host by improving the properties of the indigenous flora” (ceppo o mix di ceppi batterici vivi i quali somministrati all’uomo o all’animale apporta benefici per la salute migliorando lo stato e le capacità della microflora indigena).

Nel mondo veterinario, i prodotti contenenti probiotici sono inseriti nella mangimistica come additivi nutrizionali per alimenti (e solo di recente introduzione come integratori specifici di probiotici e prebiotici per uso veterinario); nella lista europea degli additivi, ad oggi sono autorizzati per l’utilizzo specifico negli animali solamente tre ceppi batterici:

  • Enterococcus faecium DSM 10663 / NCIMB 10415  additivo zootecnico : 7-8 x 1011 UFC, stabilizzatore della flora intestinale); 
  • Lactobacillus acidophylus CECT 4529: additivo zootecnico 7-8 x 1011 UFC, stabilizzatore della flora intestinale)
  • Bacillus subtilis

Inoltre i prodotti a base di probiotici sono spesso arricchiti di prebiotici: sostanze importanti per il metabolismo dei microrganismi colonizzanti e per la buona salute della mucosa intestinale, aggiunti nelle formulazioni come supporto nutritivo. Come prebiotici si scelgono le fibre alimentari indigeribili (oligosaccaridi come i MOS, i FOS - l’inulina) da parte dell’organismo e quindi utilizzabili dai microrganismi per il loro metabolismo.

Gli integratori di probiotici e prebiotici: quando e perché somministrarli?

Come per noi, anche i nostri pet possono rincorrere in situazioni di stress e disbiosi gastro-intestinale: le indicazioni nell’utilizzo di integratori (o meglio di alimenti e mangimi dietetici specifici) contenenti probiotici e prebiotici riguardano in primis:

  • infezioni intestinali e parassitosi (alla base di tutte le manifestazioni diarroiche)
  • malattie infiammatorie intestinali ed allergie alimentari
  • trattamenti antibiotici ed antinfiammatori
  • cambio di alimentazione; mancanza di appetito
  • nelle fasi di crescita; di gravidanza ed allattamento
  • per il rinforzo delle difese immunitarie

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Fonti essenziali

  • microbioma.it
  • Joint FAO/WHO Expert Consultation on Evaluation of Health and Nutritional Properties of Probiotics in Food including Powder Milk with Live Lactic Acid Bacteria