0432 282891
23 Giugno 2019

Risultati immagini per sindrome dell'intestino irritabile

Dr.ssa Afrodita Alexe

Come già visto, la definizione completa della Sindrome dell’intestino irritabile- SII- è redata dall’OMS in base ai criteri diagnostici raggruppati nelle linee-guida Roma III ed aggiornate Roma IV (pubblicati a marzo-maggio 2016), e la descrive come

Dolore o disagio (sensazione sgradevole non descrivibile come dolore) addominale ricorrente per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi, che migliora sostanzialmente dopo l’evacuazione e che può essere associato ad un cambiamento della frequenza di emissione fecale e/o a modifiche sostanziali nella forma, aspetto e consistenza delle feci.

In base alla sintomatologia, si differenziano 4 tipi di SII (anche se non sono rari i casi in cui si passa da un quadro clinico ad un altro in un arco temporale e per cause non classificabili):

-Sindrome dell’intestino irritabile con stipsi prevalente

-Sindrome dell’intestino irritabile con diarrea prevalente

-Sindrome dell’intestino irritabile con alvo alterno

-Sindrome dell’intestino irritabile inclassificata

 Fattori scatenanti

Per definizione la SII è una malattia a decorrenza cronica, con andamento variabile nel tempo e con scarse prospettive di guarigione definitiva; le riacutizzazioni possono comparire a distanza di mesi od anni, talvolta con nuovi o diversi sintomi rispetto agli episodi precedenti. La ricerca scientifica ha evidenziato alcuni fattori responsabili degli episodi di riacutizzazione, di cui:

-lo stress psico-fisico

-l’assunzione (costante e quantitativamente importante) di certi cibi e le cattive abitudini di vita

-la compresenza di alcune patologie a carico dell’intestino (gastroenteriti, gastroenterocoliti acute)

-le alterazioni ormonali

Tra questi, l’alimentazione gioca sicuramente un ruolo fondamentale nella comparsa degli episodi acuti, per effetto irritante sulla mucosa intestinale: spezie, cioccolato, caffè, tè, latte; bevande alcoliche; legumi come fagioli, piselli; verdure come cavolo, broccoli, cipolla, cetriolo; frutta con semi come fragole, kiwi ma anche pera, prugna, pesca; bevande zuccherate/gassose/fermentate come coca-cola, sprite, birra; i dati raccolti sull’iper-reattività intestinale indotta dagli alimenti non sono facilmente quantificabili, ovvero si può generalizzare fino ad un certo punto: oltre ciò, la reattività verso gli alimenti diventa strettamente individuale e correlata allo stile di vita personale.

La farmacia Pelizzo, come farmacia di turno ad Udine aperta 7 giorni su 7 con orario continuato, mette a disposizione degli utenti il reparto Prevenzione ed analisi, dove si possono prenotare ed eseguire esami specifici per la valutazione del grado di infiammazione indotta da alimenti e zuccheri quali il Test per l’infiammazione da cibo Recaller 2.0 e Glyco Test, con redazione del Profilo alimentare individuale ed il Piano di recupero dela tolleranza e reintegrazione alimentare: indicazioni per l’attuazione della dieta a rotazione e reinserimento graduale degli alimenti con consigli specifici riguardo al bilanciamento dei pasti e l’equilibrio nell’assunzione.

*per maggiori informazioni contattaci

Articoli correlati

La sindrome dell’intestino irritabile: inquadramento clinico   

Allergia, intolleranza, infiammazione da cibo: quali sono le differenze?

Approfondimenti:

*Linee guida per la gestione della sindrome dell’intestino irritabile negli adulti: A. Cartabellotta, A.L.Patti, F.Berti; Evidence 2016;8(1): e1000130 doi: 10.4470/E1000130   28/01/2016

*Efficacy of individualised diets in patients with irritable bowel syndrome: a randomised controlled trial: Ather A.,Weiss T.R. et all

//dx.doi.org/10.1136/bmjgast-2017-000164